giovedì, dicembre 10, 2009

Anime senza futuro

Voglio prendere spunto da quanto accaduto in un asilo. Non dico regione paese o stato in quanto ininfluente, non chi in quanto altrettanto ininfluente.
Sarebbe potuto succedere ovunque e lo avrebbe potuto fare chiunque. Nulla cambierebbe, lo sdegno rimarrebbe uguale.
Alcuni bambini venivano picchiati, costretti a star seduti,  mangiare e se non bastasse rimangiare i propri rigurgiti, venivano rinchiusi nell'armadio, venivano umiliati per quanto lo si possa fare nella maniera più crudele.
Come è possibile permettere che tutto ciò accada.
Come si possono malmenare bambini colpevoli soltanto di essere tali.
Un bambino piange, ride, gioca, strilla e non si cura dell'umore di chi deve accudirlo.
Accudirlo appunto, non castigarlo, non rinchiuderlo nell'armadio, non picchiarlo o soffocarlo.
La prima emozione è la rabbia, una rabbia cieca che vorrebbe farmi avere tra le mani chi fa questi gesti.
Poi la visione si allrga e si inizia a pensare: "Che facevano le maestre di mio figlio? Se i genitori dei bambini dell'asilo non se ne sono mai accorti, perchè me ne sarei dovuto accorgere io?".
Poi la visione si allarga ancora e penso che quello che hanno fatto è terribile, ma c'è chi stupra, sevizia e riduce in schiavitù i bambini e allora mi chiedo: "Se non si fa nulla per fermare tutto questo, se già da piccoli assimilano violenza e crudeltà, se i loro sentimenti non sono più gioia e amore ma terrore e odio come possiamo pretendere che da grandi vivano in un mondo migliore?".
Non ho più voglia, la rabbia non passa e le idee per fermare tutto questo sbattono contro un moro di gomma. Mi sento impotente davanti all'immensità dell'odio.

Nessun commento: